06/01/07

FAVA 23 ANNI DOPO

23° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIUSEPPE FAVA

Un anno fà, (leggi il mio 2° post in questo sito) commemoravo la morte di Giuseppe Fava, un ricordo che non deve essere cancellato, per onorare la sua memoria e sopratutto per solidarietà a tutti quelli impegnati nella lotta alla mafia.
Ricevo una e-mail, relativa alla commemorazione avvenuta ieri a Catania che pubblico integralmente.
Poche ore fa, alla commemorazione per il 23° anniversario della morte di Giuseppe Fava, l'impegno parlamentare antimafia del Partito dei Comunisti Italiani e del compagno Orazio Licandro ha incassato un fragoroso riconoscimento. L'occasione era di assoluto rilievo: la consegna del 1° premio nazionale per il giornalismo d'inchiesta, intitolato al fondatore de "I Siciliani", proprio nell' occasione della commemorazione annuale della sua straordinaria figura. La sala era stracolma, così come l'attigua sala, attrezzata di maxischermo. Ad aggiudicarsi il premio è stato Fabrizio Gatti, l'ormai celebre inviato de "L'Espresso" , con la sua inchiesta sul caporalato e sullo sfruttamento della manodopera migrante in Puglia. Il dibattito, che ha preceduto la premiazione, è stato coordinato da Claudio Fava e ha visto la partecipazione, oltre che di Fabrizio Gatti, di Michele Gambino (giornalista e redattore, della prima ora, de "I Siciliani") e di Marco Travaglio.
Brillante e corrosivo come sempre, il Marco non s'è fatto pregare: se n'è uscito raccontando la vicenda del dibattito, in commissione Affari costituzionali, sul regolamento per l'istituzione della Commissione parlamentare antimafia. Ha attaccato pubblicamente Forgione e Violante per il rifiuto opposto all'emendamento di Licandro; a quell' emendamento, teso a proibire l'ammissione nell'organismo di parlamentari inquisiti per associazione mafiosa o con sentenze passate in giudicato. Subito dopo, ha continuato a strapazzare Forgione per la contropartita incassata (i voti dell'opposizione per l'elezione a presidente) e ha lodato Licandro (presente in platea) per l'iniziativa emendativa, poi regolarmente bocciata al momento della riproposizione alla Camera dei deputati, per l'approvazione definitiva (solo 26 voti favorevoli su 630!) (vedi altro post del 09 luglio 2006) . I rifondaioli presenti sono sbiancati e non solo quelli d'osservanza bertinottiana: De Cristofaro, capo de "l'Ernesto" a Catania, è andato via visibilmente provato. Con questa serata, il PdCI seguita ad accreditarsi quale forza di riferimento, corente e rappresentativa, nell'odierno panorama della sinistra italiana e, nel frattempo, rinnova coi fatti e sui contenuti la sua proposta unitaria, non disgiunta da autonomia ed egemonia, per una futura Confederazione della sinistra.
Avanti così, compagni!

enrico sciuto

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