04/02/07

87 "MORTI BIANCHE" A GENNAIO

Dalla: Conferenza Nazionale "Salute e Sicurezza sul Lavoro"
Napoli 25-26 gennaio

"...se la sicurezza è vita, la garanzia della sicurezza è condizione di civiltà e di giustizia nel nostro ..."
(Il Presidente G. Napolitano).

Il 2007 è iniziato solo da un mese e già contiamo 87 morti sul lavoro.
esiste un nesso forte tra sicurezza e modello di sviluppo, e per quanto possa sembrare incredibile in Italia si muore oggi sul lavoro come cinquant’anni fa

È ormai divenuta intollerabile la vergogna dell'incredibile numero di infortuni sul lavoro.
Il messaggio del presidente Napolitano, il primo presidente della Repubblica – credo - che abbia affrontato in modo deciso e senza ipocrisie il grave problema della sicurezza sul lavoro, parlando di “piaga delle morti bianche”.

La prima delle Commissioni lavoro riunite di Camera e Senato, ha messo il dito sulla piaga, rilevando che l’unico modo per uscire da questa tragica catena di infortuni è quello di puntare su una strategia comune e centrale, tale da unificare tutti gli sforzi.

È necessario un maggiore coordinamento di tutte le istituzioni, enti e forze che hanno compiti di vigilanza, con un coinvolgimento degli EE.LL. ed in particolare delle Regioni.

Bisogna prevedere norme ed automatismi nell'applicazione del Decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, collegate a forme di incentivazione per le imprese tali da introdurre elementi concreti di conflitto di interessi, in modo tale da determinare un vantaggio per le imprese sane e produttive nell'introduzione di sistemi efficaci di prevenzione degli infortuni e di tutela della salute dei lavoratori.

Tuttavia è necessario precisare che qualsiasi provvedimento non deve andare disgiunto da una drastica riduzione del lavoro precario. Sicurezza e precarietà sono le due facce di una stessa medaglia. Infatti la condizione contrattuale del lavoratore è collegata e determinante nella percezione del fattore sicurezza e nella possibilità di chiedere maggiori tutele: solo chi non è troppo preoccupato di perdere il proprio posto di lavoro può vigilare ed occuparsi di prevenzione e sicurezza.
La catena degli appalti e subappalti (spesso al “massimo ribasso”) che deresponsabilizza i soggetti contraenti delle attività produttive, produce lavoro nero, sfruttamento minorile e una generale condizione di precarietà.

A questi, bisogna aggiungere le invalidità, le malattie professionali e gli enormi danni ambientali, che producono nel territorio ed alla salute delle popolazioni vicine ad impianti che non rispettano le norme di sicurezza.
Esiste infatti un nesso tra infortuni e malattie professionali e la salute pubblica, sarebbe un grave errore separarli. La costruzione di una cultura della sicurezza passa anche attraverso una riflessione profonda sul tema della salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente.

Appunti tratti da : http://www.comunisti-italiani.it

Messaggio di Giorgio Napolitano alla conferenza “Salute e Sicurezza sul Lavoro”
Più tutele e meno precarietà – di Dino Tibaldi
Una cultura della sicurezza – di Gianni Pagliarini
Dalla conferenza di Napoli la voce dei RL

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