11/02/07

L'ALTRA FACCIA DELLA MEMORIA

"Si ammazza troppo poco!" - L'altra faccia della memoria
E’ giustissimo il 10 febbraio ricordare le vittime delle foibe ma penso che ancora una volta si sia persa un’occasione (ahi, Presidente!) per fare ulteriore chiarezza e giustizia su quello che fu il mattatoio dei Balcani nella seconda guerra mondiale.
Al giusto riconoscimento alle vittime delle foibe si attende da sessant’anni che si affianchi quello per le vittime dell’aggressione italiana alla Jugoslavia. Non per fare il solito sporco gioco del bilancino bipartisan che vuole soppesare le vittime e schierarle da una parte e dall’altra, ma semplicemente per ricordare che se vi furono vittime dimenticate, altre continuano ad esserlo e giustizia vorrebbe che fossero ricordate tutte.
La campagna italiana (fascista) in Jugoslavia fu condotta con pugno di ferro da generali come Roatta e Robotti, volonterosi alleati di Hitler nel progetto di “germanizzazione” dei Balcani. Proprio a Robotti si deve la frase che ho messo nel titolo: “Si ammazza troppo poco!”, a commento di un fonogramma inviatogli dal Capo di Stato Maggiore Galli nel 1942 con il resoconto di un rastrellamento in zona Travna Gora.All’Italia, come premio per l’impegno a fianco del Terzo Reich, furono assegnati i territori della provincia di Lubiana in Slovenia, il controllo del Regno di Croazia e il protettorato del Montenegro.Alleati dei fascisti italiani nella repressione tra gli altri di serbi, rom, ebrei ed oppositori erano i feroci Ustascia croati il cui capo, il collezionista di occhi nemici Ante Pavelic secondo Curzio Malaparte, fuggì in Argentina impunito grazie alla rete della Via dei Topi gestita con la complicità del Vaticano, della quale ho parlato in un post precedente.Durante l’occupazione italiana, la popolazione slovena fu sottoposta a deportazione in campi di concentramento in Jugoslavia (come il famigerato Arbe al quale si riferisce la foto) e anche in Italia per far posto alla colonizzazione fascista. Qui trovate un articolo sul campo di concentramento di Alatri e le foto (questo sito contiene altre testimonianza delle atrocità alle quale parteciparono gli italiani, con immagini estremamente crude).Sui crimini di guerra italiani, di cui la Jugoslavia fu soltanto uno dei teatri oltre l’Africa Orientale e la Libia, permane una congiura del silenzio che può essere spiegata solo con i sordidi interessi della guerra fredda.Invano il governo jugoslavo chiese per molti anni che i criminali di guerra italiani fossero estradati per essere giudicati. Per loro non vi fu mai alcuna Norimberga, perchè godettero sempre di protezioni politiche e diplomatiche. Non vi fu mai una discussione sui crimini di guerra italiani semplicemente perché si decise di farli scomparire e di inventare al loro posto la leggenda degli “italiani brava gente”.Molti anni fa, ormai venti, la BBC realizzò un documentario, “Fascist Legacy”, avvalendosi della collaborazione di storici come Michael Palumbo, autore anche di un volume sui crimini di guerra italiani che mai passò le maglie della censura e rimase inedito.Questo documentario diviso in due parti, una dedicata al teatro jugoslavo e l’altro a quello africano, è una visione illuminante per coloro che sono cresciuti con l’idea che l’italiano in guerra non ha mai fatto male ad una mosca. Vi si parla di orrori, di esecuzioni sommarie, di campi di concentramento come Arbe in Croazia, dove i vivi venivano lasciati morire di fame in condizioni igieniche spaventose e i morti venivano seppelliti a tre per ogni fossa.E’ una visione che fa star male, perché ci si sente traditi, ci si vergogna non solo di ciò che è stato fatto da nostri connazionali, ma anche per l’impunità della quale hanno in seguito goduto.Un’impunità che era probabilmente voluta un po’ da tutti, anche da coloro che per nascondere le proprie magagne hanno lasciato che su queste infamie calasse l'oblio. Fu Togliatti a firmare l'amnistia che diede un fenomenale colpo di spugna ai crimini fascisti. Tu lascia stare i miei e io lascio stare i tuoi, alla faccia dei morti. Se delle foibe non si è parlato per decenni nulla mi vieta di pensare che fosse dovuto anche a questo patto bipartisan del silenzio.Tornando al documentario di Ken Kirby, fu acquistato e doppiato dalla RAI ma mai messo in onda. E’ stato presentato a mezzanotte da La7 un paio di anni fa o più, alla chetichella, e riproposto in seguito da History Channel nel pacchetto Sky. Avrei voluto proporvelo ma non l’ho trovato in rete.In compenso in Internet si trovano molti documenti e materiali su quelle pagine oscure della nostra storia. Qui troverete un esauriente catalogo di articoli sulla campagna italiana nei Balcani, le foibe e il cover-up dei crimini italiani.In questa strana memoria settoriale della storia dove, a seconda delle simpatie, le vittime possono essere ricordate o meno, spero che un giorno, oltre alle vittime delle foibe (tutte, non solo quelle italiane), si ricordino anche le altre.I deportati sloveni, gli internati di uno dei campi di sterminio più terribili come Jasenovac, tomba di ebrei, musulmani, serbi e rom, gestito dai nostri alleati di allora, lo chiedono invano da sessantadue anni.
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